COMPRENDERE LA DISARMONIA ENERGETICA

Il metodo di cura tipico dello shiatsu consiste nel risolvere un problema di disarmonia energetica per portare il paziente alla guarigione.

Il trattamento completo

Nello shiatsu si parte sempre dal presupposto che l’oggetto del trattamento sia il corpo intero, sia che l’obiettivo sia curare una parte specifica, sia che si intenda migliorare la salute del paziente.
In agopuntura e moxa-terapia, di solito, si tratta lo tsubo indicato per curare una specifica malattia e, spesso, ci chiediamo se la stessa cosa vale anche nello shiatsu. Probabilmente, una persona con problemi di salute cerca solo di capire quale sia lo tsubo da premere per rimettersi in fretta, ma la guarigione non è una cosa così semplice. Tuttavia, un paziente potrebbe obiettare che gli sono bastati pochi trattamenti di agopuntura e moxa-terapia sugli tsubo interessati per guarire da malattie croniche o dolori lancinanti. Non neghiamo che questi trattamenti abbiano tale effetto, anzi, intendiamo proprio affermarlo, dal momento che lo stesso fenomeno si verifica anche con lo shiatsu.
Lo shiatsu non va eseguito in tutto il corpo solo per essere sicuri di trattare anche il punto che andava trattato.  Oppure perché vi sono pochi operatori esperti, così come per gli agopuntori. Lo shiatsu è una terapia eseguibile anche a livello domestico, è una cura a basso rischio e ha avuto notevole diffusione, tuttavia il trattamento non ha solo queste caratteristiche riduttive.
Nella medicina tradizionale cinese bisogna sempre valutare lo stato generale del paziente per poi prescrivergli un rimedio che risolva un determinato problema. Ugualmente, nell’agopuntura eseguita con i metodi tradizionali, occorre prima di tutto esaminare la situazione del paziente per poi decidere quale tsubo trattare. In questo aspetto l’agopuntura tradizionale si distingue dalla terapia degli tsubo che va di moda attualmente (digitopressione).

Trattamento shiatsu e disarmonia energetica

Come già detto, il metodo di cura tipico dello shiatsu è simile e consiste nel risolvere un problema di disarmonia energetica per portare il paziente alla guarigione. Tutto senza farsi limitare dalla mera classificazione delle malattie o dei sintomi, come avviene nella medicina occidentale. Si fa dunque in modo che il corpo recuperi la sua capacità di guarigione e che sia questa a sconfiggere la patologia. Perciò, quando si parla di trattamento shiatsu completo, non ci si riferisce ad un trattamento eseguito su ogni centimetro del corpo. Il tipo di trattamento va scelto in base ad una specifica disarmonia, pertanto bisogna avere chiaramente presente la condizione del ricevente nella sua interezza.
Se la diagnosi viene pensata come squilibrio del meridiano, può essere pensata anche come “sho (diagnosi) del keiraku shiatsu” e, una volta chiaro lo sho, è sufficiente procedere seguendo il percorso del meridiano, facendo cioè un trattamento completo, senza necessariamente eseguirlo su tutto il corpo. Questo è ciò che fanno i professionisti. Ma vorrei, innanzitutto, che imparaste le basi del trattamento generale, per poi entrare nell’ambito di quello collegato al sintomo, pian piano, di quello dello sho.

L’approccio della medicina occidentale

Nella medicina occidentale l’anatomia si è notevolmente sviluppata, basandosi sul metodo tipico delle scienze naturali, consistente nel suddividere il corpo in varie parti e poi studiarle a fondo. Di conseguenza, anche i trattamenti terapeutici sono diventati molto specifici in base all’organo o alla sua funzione, e vengono svolti da medici esperti in quell’ambito. Gli ospedali sono dunque suddivisi in reparti specialistici quali pediatria, ginecologia, oftalmologia, e otorinolaringoiatria. Alcuni di essi raggruppano due o tre diverse tipologie, ma un singolo reparto non è in grado di occuparsi di tutte le patologie.
Anche il paziente si sente più al sicuro e fiducioso nell’essere esaminato, seguito e curato da una persona con una conoscenza ed una tecnica molto approfondita in un’area specifica. È per questo che, quando ci si ammala, si cerca subito un medico specializzato; ma è facile capire subito che tipo di dottore cercare? Magari si pensa che in un grande ospedale sia più semplice, ma non vi sono appositi sportelli che diano indicazioni a riguardo. Certo, vi potranno indicare dove, all’interno dell’ospedale, si trova il dottore che si occupa di un determinato problema, ma nessuno vi potrà consigliare il tipo di medico di cui avete realmente bisogno. Il paziente, che normalmente non è un esperto di medicina, è costretto a decidere da sé da quale dottore farsi visitare. Solo dopo la visita poi comprenderà se la scelta era corretta o meno. A volte succede che un dottore, dopo aver tentato una cura rivelatasi inefficace, vi mandi da un altro. Inoltre, alcuni casi necessitano di essere seguiti da diversi tipi di specialisti contemporaneamente.
Altre volte può capitare che, appena guariti da una patologia, ci si ammala di nuovo e di nuovo ancora, dovendo cambiare costantemente medico. Oppure magari il dottore di medicina interna vi dirà che per guarire basta un farmaco, mentre il chirurgo sosterrà che dovete operarvi.

La parte e l’intero

È chiaro che il nostro corpo è composto da varie parti. Certamente, ci saranno volte in cui sarà facile individuare la causa di un malessere, ma frequentemente capita anche di non sapere da dove esso provenga. Può anche succedere di sentire di una persona raffreddata che si è fatto prescrivere farmaci per il raffreddore, per poi avere problemi allo stomaco. Di conseguenza, questa persona assumerà appositi medicinali che, però, le causano emicrania e insonnia, portandola poi all’assunzione di psicofarmaci a causa dei quali le diventò impossibile lavorare. Ultimamente, si ha la tendenza a prescrivere una quantità spaventosa di medicinali anche per prevenire una serie di ulteriori ed eventuali disturbi. Questo fenomeno è un problema della società moderna. Ma i medici sono in grado, veramente, di sapere cosa succede ad uno che assume contemporaneamente tutti i medicinali prescritti?
Ci sono state persone che hanno assunto chinoformio (un antibatterico) per combattere la dissenteria e che si sono ammalate di neuropatia mielo-ottica subacuta. Altre che hanno fatto ricorso alle radiazioni per il piede di atleta e hanno contratto un cancro alla pelle nella zona irradiata. Donne che in gravidanza hanno assunto il talidomide per malesseri mattutini (nausee) per poi concepire neonati deformi. Oppure bambini che, in seguito ad un’iniezione di vaccino, hanno sofferto di malattia ai muscoli delle gambe. Insomma, i casi di dannosi effetti collaterali delle terapie farmacologiche/mediche sono in aumento.

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